La cavalcata in Umbria (estate 2015, il post arriva in ritardo) mi riappacifica col mondo.
Assisi, di nuovo. Giotto, di nuovo. Santa Maria degli
Angeli, con la Porziuncola, e un filo inaspettato che parte da qui e arriva,
attraverso il Camino Real, fino a Los Angeles e oltre. San Damiano, piccolo e
delizioso ritiro, perfetto per dimensioni e suggestioni. Il Cantico delle
Creature, fonte cui abbeverarsi al di là delle fedi.
Spoleto, col Duomo infagottato dal palco del festival dei
Due Mondi e Filippo Lippi che mi sfugge. Spello, delizioso borgo munito con
Pinturicchio che, invece, non mi sfugge.
Urbino, la città di mattoni, col
Palazzo Ducale che ricorda a tutti quel che è stato, e permette col suo
prestigio l’operosa sonnolenza di oggi, fatta di studenti, turisti e ben pochi
abitanti.
I paesaggi, magnifici, verdi e gialli sotto il blu del
cielo, inondati di luce, visti in innumerevoli quadri.
Gubbio, autentica meraviglia medievale col bellissimo
Palazzo Pubblico, le “porte del morto”, il Duomo con gli spettacolari arconi a
carena, il Palazzo Ducale con il secondo studiolo di Federico, stupenda copia appena
realizzata da due artigiani locali, e più attenzione al granduca che nella
titolare Urbino.
Cortona, patria di Pietro, ma orgogliosa dello splendido Compianto sul Cristo morto di Luca
Signorelli e dall’ancor più splendida Annunciazione
di Beato Angelico.
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