domenica 4 maggio 2014

Napoli: la Mostra d'Oltremare



Della Comicon non si parla, che diamine. Per cui due parole sul complesso fieristico, che dà da pensare. Con la sua commistione fra strutture funzionali e persino ambiziose (il Teatro Mediterraneo in fondo) e altre fatiscenti (praticamente tutto il resto), la Mostra d’Oltremare è la perfetta metafora delle contraddizioni italiane, non solo del sud Italia. E il degrado fa tanto più incazzare quanto più vedi, magari nell'edificio accanto, cosa invece si potrebbe fare se solo si volesse. Basti pensare all'hotel Palazzo Esedra, dove ero alloggiato, che è parte integrante del complesso fieristico. Si tratta di una bella struttura costruita – come tutto il resto – durante il fascismo, che mostra la commistione tipica del periodo fra art deco, razionalismo funzionalista e rimandi alla classicità, il tutto declinato in chiave di magniloquente retorica. 


È difficile negare il fascino perverso di questa monumentale facciata, quasi un unico blocco di travertino scandito geometricamente e segnato solo dalle imponenti colonne ioniche che incorniciano l’ingresso. L’interno non è da meno, con gli affreschi di regime intelligentemente preservati, corridoi bianchi e asettici come in un film di Kubrick e finiture “in stile”. Se aggiungiamo il servizio un po' impersonale ma eccellente, ne viene una delle esperienze alberghiere più interessanti che abbia mai vissuto. E a maggior ragione cascavano le braccia quando uscivi e ti ritrovavi direttamente in fiera, con la Torre delle Nazioni sullo sfondo che sembra un ecomostro, con le fontane tristemente spente e trasformate in stagni per ranocchie, con gli edifici fatiscenti come quello in cui i ragazzi della Comicon hanno allestito le mostre. Magari non sarà mai il massimo della funzionalità, ma se adeguatamente ristrutturato l’intero complesso sarebbe di grande interesse storico e architettonico, come gli episodi migliori dell’Eur o quel delirio di retorica, da applausi a scena aperta, che è il complesso del Foro Italico a Roma.
Questa è l’Italia, bellezza.

Update: dopo le riflessioni scritte di getto qui sopra, un po' di ricerche mi dicono che un processo di recupero è in corso: speriamo che veda la fine.

Udine

In cui si riconferma come qualunque media cittadina italiana dotata di un minimo di storia ne abbia infinitamente di più di quasi ogni altra città al mondo. E chi lo capisce e lo usa a proprio vantaggio, ne coglie frutti sostanziosi. Punto.


Menzione d’onore alla loggia del Lionello, elegante esempio di palazzo pubblico a vocazione mercantile, agli affreschi di Tiepolo nella chiesetta della Purità, alla severa eleganza della chiesa di San Francesco.
E ritrovarsi in questo contesto a vedere un film spudorato come Firestorm, cinema di Hong Kong nella sua massima assenza di freni e misura, è stato come riallacciare una relazione interrotta da troppo tempo.