domenica 13 dicembre 2015

Attrito

La parola che riassume meglio l’impatto di questa prima giornata indiana è “attrito”. Attrito fisico fra esseri umani, scaturito dal fendere, scontrarsi e provare a integrarsi nella calca immane di persone che vivono a Dehli, in misura almeno doppia di quel che sembrerebbe possibile. Un’umanità vociante e variopinta straripa ovunque, in strada, alle fermate della metro, nei negozi, nei luoghi turistici. Si vede di tutto: giovani vestiti all’occidentale, uomini d’affari in tenuta elegante, vesti etniche di tutte le fogge, donne in sari, musulmane velate, sikh coi turbanti colorati e le barbe curatissime, straccioni vestiti alla meno peggio e mendicanti che forniscono uno spettacolo spesso straziante ma sempre dignitoso. Gli autisti di autorisciò e un sacco di “volenterosi” consiglieri (a pagamento, ovviamente) sono lesti nell’abbordare i turisti dall’aria sperduta, come ero io nei primi momenti in cui cercavo di orientarmi nel caos della folla e di vie poco o mal segnalate. Ci vuole un po’, ma poi capisci che per muoversi agevolmente a Dehli devi accorciare il tuo spazio vitale e cominciare a muoverti di rapina, come loro: insinuarsi in ogni varco prima che lo faccia la persona che ti cammina accanto, non fermarsi mai se non quando si è fuori dal flusso, tenere gli occhi aperti in tutte le direzioni, ricordarsi che la via retta fra due punti può essere la più corta ma non è detto che sia la più veloce, stringersi corpo a corpo in una fila, difendere attivamente il proprio posto anche spintonando un po’. Non c’è alcun malanimo o aggressività in tutto ciò, ed anzi ti accorgi che proprio perché fanno tutti così, proprio perché è la regola e non l’eccezione, le cose magicamente in qualche modo funzionano, e per di più in un clima di massima cordialità.
Sono un italiano educato, ma pur sempre italiano, per cui imparo in fretta. L’esame di maturità è Chandni Chowk, la via principale della vecchia Dehli che conduce al Forte Rosso, in cui capisco che non c’è differenza alcuna fra strada e marciapiede, o fra auto, bici, motorisciò e pedoni: siamo tutti parte di un unico flusso che si muove nella medesima direzione, e tanto basta.

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