Ultimo giorno, ultimo museo. È il Leeum, creato dalla
fondazione Samsung. Esatto, quella Samsung. Ed è l’ennesimo museo di grande
spessore che vedo qui. E per una volta, dopo la lamentela sulla disfatta dell’architettura
in quest’epoca di archistar, è proprio l’architettura la principale
protagonista. Abbastanza incospicuo dall'esterno, si rivela in tutto il suo
spessore all'interno. Essenzialmente, si tratta di due musei distinti integrati
in un unico edificio. Il primo, progettato da Mario Botta, raccoglie capolavori
di arte tradizionale coreana (ancora una volta spiccano le ceramiche Celadon)
ed è imperniato su una rotonda centrale che è insieme rigorosa e scenografica. La
scala a chiocciola richiama in qualche modo il Guggenheim, ma l’effetto è
decisamente diverso, meno organico e più geometrico. L’inserimento di un’opera
d’arte contemporanea, essenzialmente una stalattite pop che la percorre per
tutta l’altezza come una surreale decorazione natalizia, è per una volta
funzionale all'effetto complessivo.
Il secondo museo, progettato dal francese Jean Nouvel, è
invece più convenzionale, e ospita la collezione d’arte contemporanea, con un
po’ di bei nomi e qualche bella opera, di gente come Foutrier, Beuys, Twombly,
De Kooning ed altri. C’è anche una colomba in formalina di quell'abile
provocatore che è Damien Hirst, la prima sua opera vagamente interessante che
vedo.
Ai contenuti e all'architettura, si aggiungono, tanto per
cambiare, dei criteri museografici all'avanguardia. In definitiva, complimenti alla
Samsung: questo è proprio quel tipo di committenza privata culturalmente
avveduta di cui c’è bisogno. Ed è chiaro che dalle varie Fiat, Mediaset e
compagnia non c’è da aspettarsi niente di simile, giusto?
Nel pomeriggio tocca all'ultimo sito tutelato dall'UNESCO,
il santuario Jongmyo, dove sono sepolti i re della dinastia Joseon. Sobrio e solenne,
è un lunghissimo edificio con una camera dedicata ad ogni re. La solennità del
luogo è accentuata dal fatto che non è mai stato un luogo pubblico né è stato
concepito per esserlo. Solo il re e il suo seguito poteva accedere, quando, due
volte l’anno, si teneva il rituale in onore degli antenati, autentico perno
dell’etica confuciana. Il rituale si tiene tuttora, ed è tuttora vietato
calpestare lo speciale percorso che si suppone seguano gli spiriti.
E con questo, ciao ciao Corea.