Odaiba, l’isola artificiale costruita nella baia di Tokyo su
terreno bonificato, è un luogo surreale. Pulita, asettica, futuristica, tutta
cemento, acciaio e vetri sempre pulitissimi, è sede, oltre che del Tokyo Big
Sight che ospita il Comic Market, di giganteschi complessi commerciali e di
attrazioni come la famosa ruota panoramica gigante vista (e spesso distrutta)
in molti degli ultimi film di Godzilla. È un po’ la logica del parco a tema in
stile Disneyland, ma esteso a dimensione urbana. Se la Tokyo vera e propria
mantiene una varietà tale da renderla vitale, qui davvero l’atmosfera finisce
per essere mortifera. Ci sono anche dei quartieri residenziali, ma è l’ultimo
posto al mondo in cui vorrei vivere. E sono sicuramente quartieri di lusso,
come testimonia il tizio in Lamborghini che ho visto entrare in uno dei complessi.
Poveraccio, mi vien da dire; ma contento lui, contenti tutti.
Tramonto su Odaiba
New York Wannabe
E in mezzo a tante pacchianate, come una copia della statua
della Libertà proprio di fronte a un ponte in stile newyorkese, stona meno del
previsto l’unica vera attrazione degna di questo nome, il Gundam in scala uno a
uno costruito all’esterno del centro commerciale DiverCity, da qualche anno
meta di infiniti pellegrinaggi nerd. Nessuna foto gli renderà mai giustizia, perché
incapace di trasmettere il senso delle sue dimensioni. Ma quando lo vedi da
lontano, che emerge dagli alberi inserito in uno scenario urbano credibile, e
quando lo guardi da vicino, in tutta la sua magnificenza, non c’è niente da
fare: sembra vero. A orari prestabiliti si illumina e fa qualche movimento, ma
ho temuto l’effetto baracconata e non ho aspettato. Mi tengo l’impressione originale,
e torno in hotel avendo dato un senso alla giornata.
Trentacinque anni e non sentirli
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