Fa strano, tornare a Tokyo. Prima di tutto perché, tornando
nella stessa zona e nello stesso hotel, la sensazione è un po’ quella di
tornare a casa, e mai avrei detto che questa città mi avrebbe suscitato una
sensazione del genere. Ma soprattutto perché, rispetto a Kyoto, Tokyo è davvero
un altro mondo. A Kyoto respiri ovunque arte, tradizione e cultura, anche nei
contesti apparentemente più distanti come quello della Kyoto Station. Non c’è
la stessa ipertrofia di stimoli visivi che c’è a Tokyo, e anche le vie
principali, quelle dello shopping di lusso, hanno un tono più dignitoso e meno
sfacciato, quasi elegante. A parte i siti di interesse storico, templi,
santuari, residenze e castelli, non si può dire che sia una bella città, come
nessuna in Giappone. Gli edifici sono tutti moderni, come ovunque in questo
Paese, e anche le periferie, che pure hanno un certo qual carattere “vissuto”,
non brillano per particolare attrattiva. Anche i richiami all’immaginario nerd,
pervasivi a Tokyo e non solo ad Akihabara, sono decisamente meno forti. In
definitiva, da un punto di vista europeo Kyoto è quasi una città normale. Tokyo
no, non è una “città normale” proprio per niente. La semplificazione di “megalopoli
postmoderna” è appunto solo una semplificazione, ma non è lontana dal vero
laddove con questa definizione si intenda un miscuglio di caratteri
contrastanti e diversissimi fa loro, che compongono un puzzle estremamente
complesso, affascinante ma spesso straniante. E parlando di aspetti stranianti,
Akihabara, buco nero della sottocultura nerd, è decisamente in cima alla lista.
Ma si può sapere quando torni?E a che ora arrivi?
RispondiElimina