lunedì 6 gennaio 2014

I templi di Kyoto, parte 2

Altra giornata fredda, altri innumerevoli chilometri percorsi a piedi. E ancora templi.

Si comincia con il Ginkaku-ji, il Padiglione d’argento, così chiamato perché, analogamente al già visto Padiglione d’oro, il suo costruttore, lo Shogun Yoshimasa Ashikaga, pare volesse ricoprirlo d’argento. Così non è stato, e meno male, che la sua bellezza sta proprio nella sua semplicità. Anche questo è nato come villa residenziale, ed è forse la più bella fra quelle viste finora. Attorno al padiglione e agli altri edifici del complesso uno splendido parco si inerpica sulle colline circostanti, regalando vedute mozzafiato. Anche qui c’è un giardino di pietra, meno spirituale di quello al Ryoan-ji ma ugualmente notevole, tutto giocato sulla sabbia, composta in un mirabile terrazzamento geometrico sul quale svetta il Kogetsudai, un perfetto tronco di cono che simboleggia il monte Fuji. Il tutto era pensato per riflettere i raggi della luna.





Si passa poi allo Heian-jingu, santuario scintoista dedicato al primo e all'ultimo imperatore che hanno regnato a Kyoto. Il santuario, relativamente recente, è una replica ottocentesca del palazzo imperiale Heian, quello di Genji, ed è in stile cinese, come si nota dall'uso del colore e dalla generale maggior pesantezza dell’insieme. La vera attrattiva qui sono i bellissimi giardini, anch'essi in stile Heian (il che vuol dire, rispetto alla raffinatissima fusione dei successivi templi zen, di una bellezza un po’ più tradizionale), con un meraviglioso ponte di legno in stile giapponese su uno dei laghetti. Anche d’inverno sono splendidi, ma dicono che siano bellissimi durante la fioritura dei ciliegi, ad aprile.






Questo è il Nanzen-ji, fin qui il tempio dall'aria più ufficiale. E ne ha ben donde, visto che era il tempio principale della setta buddista Rinzai, una delle più potenti. Il complesso si apre con un monumentale portale e presenta edifici di grande impatto scenografico. All'interno vengono fatti visitare i quartieri dell’abate, con dei capolavori di pittura cinquecenteschi sulle porte di carta scorrevoli di tutte le stanze interne (purtroppo non fotografabili) e un bel giardino di pietra, forse il migliore che ho visto dopo quello del Rioan-ji.







E per finire il Kiyomizu-dera, uno dei più famosi in assoluto (sono anche sicuro di averlo visto in qualche film) e meta prediletta dai turisti. Dopo una pittoresca stradina piena di bancarelle si arriva all'ingresso del tempio, che si presenta con un paio di edifici in stile cinese. Ma la vera attrattiva è dopo, un padiglione sospeso sulla collina che si regge su una fitta impalcatura, una soluzione architettonica e strutturale arditissima. Da lì si gode di uno splendido panorama su tutta la piana di Kyoto. Continuando il giro, si arriva a tre fontane, che leggenda vuole possono garantire a chi ne beve una fra queste tre cose: bellezza, saggezza o lunga vita. Vedremo quale sarà toccata a me.






1 commento:

  1. Oggi qui se ben ricordi è Befana;nel poomeriggio siamo andati tutti da Ilaria dove Mirco ha fatto le pizze.Ai bimbi è arrivato un regalino e i befanini da parte di nonna.Sono tutti contenti e si scatenano.Qui da Ilaria abbiamo guardato il tuo blog con tutti i magnifici templi di Kyoto.Sono veramente molto belli!

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