Altra giornata fredda, altri innumerevoli chilometri
percorsi a piedi. E ancora templi.
Si comincia con il Ginkaku-ji, il Padiglione d’argento, così
chiamato perché, analogamente al già visto Padiglione d’oro, il suo costruttore,
lo Shogun Yoshimasa Ashikaga, pare volesse ricoprirlo d’argento. Così non è
stato, e meno male, che la sua bellezza sta proprio nella sua semplicità. Anche
questo è nato come villa residenziale, ed è forse la più bella fra quelle viste
finora. Attorno al padiglione e agli altri edifici del complesso uno splendido
parco si inerpica sulle colline circostanti, regalando vedute mozzafiato. Anche
qui c’è un giardino di pietra, meno spirituale di quello al Ryoan-ji ma
ugualmente notevole, tutto giocato sulla sabbia, composta in un mirabile
terrazzamento geometrico sul quale svetta il Kogetsudai, un perfetto tronco di
cono che simboleggia il monte Fuji. Il tutto era pensato per riflettere i raggi
della luna.
Si passa poi allo Heian-jingu, santuario scintoista dedicato
al primo e all'ultimo imperatore che hanno regnato a Kyoto. Il santuario,
relativamente recente, è una replica ottocentesca del palazzo imperiale Heian,
quello di Genji, ed è in stile cinese, come si nota dall'uso del colore e dalla
generale maggior pesantezza dell’insieme. La vera attrattiva qui sono i
bellissimi giardini, anch'essi in stile Heian (il che vuol dire, rispetto alla raffinatissima
fusione dei successivi templi zen, di una bellezza un po’ più tradizionale), con
un meraviglioso ponte di legno in stile giapponese su uno dei laghetti. Anche d’inverno
sono splendidi, ma dicono che siano bellissimi durante la fioritura dei
ciliegi, ad aprile.
Questo è il Nanzen-ji, fin qui il tempio dall'aria più
ufficiale. E ne ha ben donde, visto che era il tempio principale della setta
buddista Rinzai, una delle più potenti. Il complesso si apre con un monumentale
portale e presenta edifici di grande impatto scenografico. All'interno vengono
fatti visitare i quartieri dell’abate, con dei capolavori di pittura
cinquecenteschi sulle porte di carta scorrevoli di tutte le stanze interne (purtroppo
non fotografabili) e un bel giardino di pietra, forse il migliore che ho visto
dopo quello del Rioan-ji.
E per finire il Kiyomizu-dera, uno dei più famosi in
assoluto (sono anche sicuro di averlo visto in qualche film) e meta
prediletta dai turisti. Dopo una pittoresca stradina piena di bancarelle si
arriva all'ingresso del tempio, che si presenta con un paio di edifici in stile
cinese. Ma la vera attrattiva è dopo, un padiglione sospeso sulla collina che si
regge su una fitta impalcatura, una soluzione architettonica e strutturale
arditissima. Da lì si gode di uno splendido panorama su tutta la piana di
Kyoto. Continuando il giro, si arriva a tre fontane, che leggenda vuole possono
garantire a chi ne beve una fra queste tre cose: bellezza, saggezza o lunga
vita. Vedremo quale sarà toccata a me.
Oggi qui se ben ricordi è Befana;nel poomeriggio siamo andati tutti da Ilaria dove Mirco ha fatto le pizze.Ai bimbi è arrivato un regalino e i befanini da parte di nonna.Sono tutti contenti e si scatenano.Qui da Ilaria abbiamo guardato il tuo blog con tutti i magnifici templi di Kyoto.Sono veramente molto belli!
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