Oggi giornata di musei. Il War Memorial of Korea racconta la
storia della Corea dal punto di vista della guerra, esperienza purtroppo
centrale per una piccola nazione schiacciata da vicini più forti, come Cina e
Giappone. Si comincia dall'antichità, con la nave-testuggine usata contro i
giapponesi a farla da padrone, ma la fetta principale e il senso profondo del
museo sta nella rievocazione della Guerra di Corea, una ferita ancora aperta
che si rimarginerà soltanto quando le due Coree si riunificheranno. Pur con
qualche inevitabile enfasi retorica, il museo racconta benissimo tutte le fasi
del conflitto, comprese quelle precedenti e successive. E lo fa con strumenti
museografici d’avanguardia: non solo reperti, non solo documenti, ma filmati,
diorami, ricostruzioni, installazioni, esperienze interattive. E si esce non
solo avendo capito qualcosa in più della storia e della psicologia di una
nazione, ma davvero ammirati per la perfezione dello strumento-museo messo in
campo, utilizzato anche a fini educativi e in senso proprio ideologici, visto
che è una tappa fondamentale per ogni studente coreano in gita scolastica.
Il National Museum of Korea è un altro museo gigantesco, che
racconta tutta l’arte coreana nei suoi cinque millenni di storia. E se
ovviamente si notano i caratteri di un’arte essenzialmente provinciale,
influenzata da Cina e Giappone, non mancano alcune significative eccellenze
autoctone, come la statuaria, col raffinatissimo Budda pensatore, o la ceramica
Celadon, di uno splendido verde acquamarino, che si è espressa in oggetti di
rara bellezza. A maggior ragione dopo aver visto i palazzi, se dovessi riassumere
in un colore questa esperienza coreana, il colore sarebbe il verde.
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