Primo vero giorno a Seul, che in realtà si pronuncia Soul,
come anima. Gino, che si dimostra ogni giorno sempre più amichevole e
disponibile, si offre di portarci in giro, me e Anna. Dopo esserci incontrati
con qualche difficoltà in una gigantesca stazione metro, ci dirigiamo verso il
Gyeongbokgung, il principale palazzo reale della dinastia Joseon, che ha
regnato in Corea per più di 500 anni. L’enorme viale antistante, dominato dalla
statua dorata di Re Sejong, inventore dell’alfabeto coreano, è dove ieri il
Papa ha radunato una folla oceanica, e infatti si vedono ancora bandiere e
striscioni, nonché qualche turista con indosso una buffa t-shirt col faccione
di Francesco.
Il palazzo è parzialmente preservato, ed è in corso una campagna
di ricostruzione per reintegrare gli edifici mancanti. A differenza del
Giappone, dove ogni edificio storico è bene o male ancora in utilizzo, il
Gyeongbokgung è trattato a tutti gli effetti come un “bene culturale”, ed
infatti è meta di frotte di turisti. Il palazzo è sobrio ed elegante, senza
fronzoli, in perfetto accordo coi valori di una dinastia confuciana. C’è un
tour in inglese gratuito, tenuto da una simpatica signora in abiti
tradizionali, che ci racconta della dinastia Joseon e di re Sejong in modo tale
da rendere impossibile il non trovarli simpatici. Quando arriva a raccontare la
fine della dinastia, con i giapponesi che invadono la Corea e uccidono
l’imperatrice, si tocca di nuovo con mano quanto tesi siano ancora i rapporti
fra i due paesi su quanto accaduto in passato.
Quelli lassù sono i protagonisti di Viaggio in Occidente, con in testa il bonzo Sanzong
e subito dietro Songoku
Sul retro del palazzo c’è la Blue House, sede del locale
Primo Ministro. E in virtù della presenza del Papa, anche qui è tutto uno
sventolare di bandiere bianche e gialle.
Dopo il pranzo in un ennesimo, delizioso ristorantino, ci dirigiamo
verso Insa-dong, quartiere commerciale pittoresco e caratteristico, sede di innumerevoli
negozi tradizionali che mandano Anna letteralmente in tilt. Il pomeriggio passa
veloce: un saluto ad Anna, che l’indomani ha l’aereo, e via di nuovo in hotel.
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