lunedì 18 agosto 2014

Corea, giorno 4

Oggi è la giornata clou della mia presenza qui, almeno dal punto di vista istituzionale. Prima c’è una specie di conferenza con interventi sul diritto d’autore, poi comincia la parte che mi riguarda, con la presentazione delle varie esperienze internazionali. Sembrava una riunione dell’ONU, con le bandierine delle nazioni sul tavolo, ogni relatore col suo traduttore personale, i saluti istituzionali all'inizio. Con la mia presentazione segno un facile goal a porta vuota.

Accanto a me, Axel Alonso, Editor-in-chief della Marvel

Dopo aver salvato il mondo, il gotha del fumetto mondiale si sposta soddisfatto a pranzo, in uno strepitoso ristorantino lì vicino. La cucina coreana si conferma eccellente, meno raffinata ma più vigorosa rispetto a quella giapponese.

L’ultimo atto istituzionale è una visita al municipio per il saluto al sindaco, che è anche l’occasione per assistere alla mostra che tanto scandalo ha suscitato ad Angouleme, incentrata sulle donne costrette a “confortare” i soldati durante l’occupazione giapponese. Nella hall del municipio ci sono ci sono altre cose che mai mi aspetterei di trovare in un municipio dalle nostre parti, come un Comics cafè ed un robottone in bella mostra, riproduzione gigante di un modellino di carta prodotto sul territorio come giocattolo per bambini.



Poi comincia l’intrattenimento per gli ospiti, con breve tour a Seul. Si comincia con il 63 City, un grattacielo completamente dorato, l’unico fra quelli che ho visto finora dotato di una qualche personalità. In cima c’è una galleria d’arte con annesso osservatorio panoramico, con gran bella vista su tutta la città. 



Poi si va a cena, neanche a tre ore dalla fine del pranzo. Il ristorante è alla base della torre, ed è specializzato nel piatto giapponese noto come Shabu-shabu, sottili fettine di tenerissima carne di manzo cotte un po’ alla volta in una scodella di pietra posta su una piastra elettrica integrata nel tavolino. Squisito.


È poi la volta della crociera sul fiume Han, esperienza piacevole più per il fresco e la conversazione che non per la vista, invero non memorabile. Tant’è che, per vivacizzare la cosa, i perfidi coreani si inventano prima uno spettacolino a base di getti d’acqua sparati da un ponte, con tanto di doccia finale, poi l’apparizione a sorpresa di un tizio che vola con zainetto a propulsione jet, neanche fosse Tony Stark. La cosa più divertente è stato passare sotto il ponte in cui ha il suo rifugio il mostro di The Host, ed in effetti appare chiaro perché possa venire in mente di girare un film di mostri proprio lì.


A un certo punto si sente il rumore di svariati elicotteri, che passano sopra di noi scortandone uno più grande. Pare fosse il Papa, di ritorno a Seul dopo la giornata asiatica della gioventù, tenutosi in un’altra città più a sud.


Ma la vera attrattiva della giornata risulta Lim detta Chiara (don’t ask), una volontaria buffissima che, oltre a Gino, mi affibbiano per tutta la giornata. Che sarebbe anche carina, quando non impegnata a fare queste facce qui:


Scherzo, Chiara, sei uno spasso.

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