Oggi è la giornata clou della mia presenza qui, almeno dal
punto di vista istituzionale. Prima c’è una specie di conferenza con interventi
sul diritto d’autore, poi comincia la parte che mi riguarda, con la
presentazione delle varie esperienze internazionali. Sembrava una riunione
dell’ONU, con le bandierine delle nazioni sul tavolo, ogni relatore col suo traduttore
personale, i saluti istituzionali all'inizio. Con la mia presentazione segno un
facile goal a porta vuota.
Accanto a me, Axel Alonso, Editor-in-chief della Marvel
Dopo aver salvato il mondo, il gotha del fumetto mondiale si
sposta soddisfatto a pranzo, in uno strepitoso ristorantino lì vicino. La
cucina coreana si conferma eccellente, meno raffinata ma più vigorosa rispetto
a quella giapponese.
L’ultimo atto istituzionale è una visita al municipio per il
saluto al sindaco, che è anche l’occasione per assistere alla mostra che tanto
scandalo ha suscitato ad Angouleme, incentrata sulle donne costrette a
“confortare” i soldati durante l’occupazione giapponese. Nella hall del
municipio ci sono ci sono altre cose che mai mi aspetterei di trovare in un
municipio dalle nostre parti, come un Comics cafè ed un robottone in bella
mostra, riproduzione gigante di un modellino di carta prodotto sul territorio
come giocattolo per bambini.
Poi comincia l’intrattenimento per gli ospiti, con breve
tour a Seul. Si comincia con il 63 City, un grattacielo completamente dorato,
l’unico fra quelli che ho visto finora dotato di una qualche personalità. In
cima c’è una galleria d’arte con annesso osservatorio panoramico, con gran
bella vista su tutta la città.
Poi si va a cena, neanche a tre ore dalla fine
del pranzo. Il ristorante è alla base della torre, ed è specializzato nel
piatto giapponese noto come Shabu-shabu, sottili fettine di tenerissima carne
di manzo cotte un po’ alla volta in una scodella di pietra posta su una piastra
elettrica integrata nel tavolino. Squisito.
È poi la volta della crociera sul fiume Han, esperienza
piacevole più per il fresco e la conversazione che non per la vista, invero non
memorabile. Tant’è che, per vivacizzare la cosa, i perfidi coreani si inventano
prima uno spettacolino a base di getti d’acqua sparati da un ponte, con tanto
di doccia finale, poi l’apparizione a sorpresa di un tizio che vola con
zainetto a propulsione jet, neanche fosse Tony Stark. La cosa più divertente è
stato passare sotto il ponte in cui ha il suo rifugio il mostro di The Host, ed
in effetti appare chiaro perché possa venire in mente di girare un film di
mostri proprio lì.
A un certo punto si sente il rumore di svariati elicotteri, che
passano sopra di noi scortandone uno più grande. Pare fosse il Papa, di ritorno a Seul dopo la giornata asiatica della gioventù,
tenutosi in un’altra città più a sud.
Ma la vera attrattiva della giornata risulta Lim detta
Chiara (don’t ask), una volontaria buffissima che, oltre a Gino, mi affibbiano
per tutta la giornata. Che sarebbe anche carina, quando non impegnata a fare queste
facce qui:
Scherzo, Chiara, sei uno spasso.
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