domenica 17 agosto 2014

Corea, giorno 3

Giornata di visita al festival, nel tentativo di capire questo fenomeno tutto coreano dei webtoon. Essenzialmente, qui è successa una cosa che al momento è unica al mondo: il mercato su carta è crollato, mentre è esploso quello dei fumetti da consumare su dispositivi mobili. E intendo proprio una vignetta alla volta, con scrolling verticale, non la pagina elettronica tipica delle edizioni in ebook che cominciano ad apparire anche da noi. Questo nuovo fenomeno comporta la perdita della dimensione “pagina” – e questo è evidente nella composizione delle vignette estremamente sommaria che si trova nei volumi che raccolgono i webtoon di maggior successo – e implica una colorazione semplificata, dalla resa abbastanza povera su carta ma ottimizzata per gli schermi dei telefonini. Per questi motivi, i webtoon che avevo visto fin qui, sempre in contesti non nativi (la carta o il grande schermo di un PC), mi erano sembrati prodotti di scarsa qualità, che non mi avevano spinto ad approfondire. Il webtoon permette di bypassare l’editore tradizionale, restituisce agli autori il controllo assoluto sulle loro creazioni e li mette in condizione di relazionarsi direttamente con la fiorente industria cinematografica e televisiva, sempre alla caccia di nuovi contenuti. In pratica, all’insegna dei webtoon si è saldato qui in Corea un nuovo circolo virtuoso fra fumetto e cinema, che vede sul versante fumettistico non più un grande editore come la Marvel che porta sul grande schermo i sui personaggi, ma direttamente gli autori, che in certi casi arrivano persino a dirigere in prima persona i film tratti dai loro lavori. E il fatto che i webtoon siano alla base di uno dei cinema al momento più fiorenti al mondo, è un fatto che da solo basta e avanza a spingermi ad approfondire. E si creano anche cortocircuiti eclatanti, come incontrare qui l’autore del webtoon The Attorney, alla base del film di maggior successo proiettato all'ultimo Far East di Udine.



È previsto che partecipi alla serata di inaugurazione, che è poi anche quella di premiazione. Inaspettatamente mi intervistano all'ingresso, con una splendida intervistatrice tutta in tiro e il parco media delle grandi occasioni. La serata scorre senza intoppi e con traduzione simultanea, con qualche momento di spettacolo (un gruppo di ballerini hip hop che si esibiscono in coreografie quasi circensi) e premi assegnati con sobria precisione, non permettendo alle varie autorità, ministro della cultura in testa, di esibirsi nelle tipiche passerelle che invece noi concediamo a tutti. Prima della fine c’è anche il tempo di passare un video con le interviste VIP, fra i quali di nuovo il sottoscritto.

I Coreani lei, noi Alberto Rigoni

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