L’ultimo giorno di riprese è imperniato su Rutu che riceve
un premio in un locale trendy di Tel Aviv, per il suo contributo (l’illustrazione
di copertina) al disco di una brava cantante israeliana, il cui nome vivrà per sempre
occultato nelle pieghe della mia memoria, che ha ottenuto tipo il disco d’oro.
Pare che fossimo circondati da celebrità, di quelle del tipo lei-ha-vinto-un-talent-e-ora-canta-recita-ne-parlano-tutti-perché-è-fidanzata-sposata-incinta,
ma io ero troppo affaccendato ad approfittare del Wi-Fi del locale per svolgere
un po’ di lavoro a distanza, cosa che in questi giorni ho potuto fare solo nei
ritagli di tempo. La cantante in questione improvvisa un mini concerto, molto
bello e d’atmosfera. Devo dire di aver lavorato in posti molto peggiori.
Alla fine del concerto il mio applauso è sincero, perché vuol
dire una cosa: il documentario è finito. Abbiamo parlato di tutto: di Rutu e
della sua storia personale, dei suoi lavori, di radici, famiglia, identità, vita,
morte, amore, umorismo. Il materiale raccolto è di grande interesse, e sono
sicuro che ne uscirà un documentario di ottimo livello. Domani resta solo da
fare qualche breve ripresa in esterni e, soprattutto, ci si vede con Rutu per
ragionare della mostra in cui il film sarà inserito, scegliere i pezzi da
esporre, recuperare i file dei suoi lavori da montare insieme al girato, ed
altre varie ed eventuali. Dai, che siamo alla fine.
Nessun commento:
Posta un commento