venerdì 27 marzo 2015

Tokyo, giorno 1

Giorno zero: arrivato, cenato, crollato a letto. Alla fine il ricordo principale della giornata è la Siberia vista dall’alto di un cielo tersissimo, illuminata dalla luce irreale dell’alba. E la sensazione quasi sgomenta di essere davvero lassù, in un fragile guscio in volo in mezzo al nulla, a chilometri e chilometri di altezza.

Che bel panorama

Il primo giorno è stato pressoché completamente assorbito dai lavori della tavola rotonda nerd che era uno dei motivi principali della mia presenza qui, con relativo party finale. Gran turbinio di biglietti da visita, un po’ di facce note riviste (fra cui il sempre vulcanico Nakamura-san), qualche nuova conoscenza interessante.





La sera, giretto nei dintorni dell’hotel, che è proprio accanto alla Makuhari Messe, centro fieristico fuori Tokyo, nella prefettura di Chiba. È una zona congressuale modernissima ma senza mota personalità, anche se non ancora ai livelli alienanti di Odaiba. E un po’ di vita infine si trova, intorno alla stazione: dopo un breve tour esplorativo di una sala giochi Sega, con zona dedicata ai vecchietti che giocano ai cavalli e quella kawaii per ragazzine con gli stand per farsi le fotine pucciose, ci infiliamo in un finto pub inglese pieno di salaryman in libera uscita, reso più autentico dalla presenza di autentici inglesi ubriachi con i quali ci intratteniamo amabilmente per un po’, ché evidentemente morivano dalla voglia di trovare altri stranieri con cui discutere di pallone e di figa, i sacri argomenti di ogni pub che si rispetti. Rinfrancati da questa botta di realtà, si ritorna in hotel sperando che il jet lag ci lasci dormire.



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