E anche questi giorni sono scorsi via veloci. È l’Asia più
comprensibile e forse meno affascinante, ma ci sono delle cose della Corea che
mi piacciono molto e che mi ha fatto piacere ritrovare. Il cibo piccante, le
bacchette e i bicchieri di metallo, i pavimenti in legno, le auto lunghe e
filanti (no, quelle non mi piacciono davvero: troppo uguali), gli stupidi
autobus con interni da mille e una notte, il Wi-Fi ovunque, il verde pallido
del celadon, i palazzi imperiali e, soprattutto, il carattere schietto della
gente. Poi restano il caldo infernale di questi monsoni anticipati e la città
modernissima ma anonima, eccetto per alcuni degli edifici più brutti che abbia
mai visto. Ci si può stare.
Nessun commento:
Posta un commento